A destare impressione nella prima edizione della “Coppa della Mille Miglia”, come commentarono i maggiori quotidiani italiani, non fu solo il tempo ottenuto dalla O.M. pilotata da Ferdinando Minoja, che vinse alla fantastica media di 77,238 km/h, in 21 ore, 4 minuti e 48 secondi, quanto quello dei vincitori della categoria 750 centimetri cubi, Cazzulani-Monferroni, che con la loro minuscola Peugeot 5 HP MM impiegarono poco meno di 34 ore per compiere l’intero percorso, alla media di48,087 km/h.
I giornali titolano che una nuova era, quella di una libertà fino allora sconosciuta, si è aperta; il “Corriere della Sera” scriveva: «Poco più di venti ore, nemmeno un giorno e una notte per compiere quasi 1700 km: una media che supera i 77 orari. L’automobile è passata per le strade di mezza Italia come un dominatore di tempo e di spazio. Il successo del mezzo meccanico appare dunque grandioso».
Raccontando di quella prima edizione, Giovanni Canestrini, giornalista della Gazzetta dello Sport, uno dei “quattro moschettieri” fondatori della Mille Miglia, scrisse: perfino una delle più apprezzate e delicate rappresentanti della poesia, Ada Negri, aveva scritto sul Secolo XX:
«Fra i piaceri moderni non ve n’è uno che sorpassi o uguagli quello di un viaggio in automobile. Nel veicolo nostro, obbediente a noi soltanto, che ci conduce soltanto dove il nostro capriccio vuole, il bisogno di libertà che è in noi diviene certezza di libertà, senso di plenitudine, d’evasione, di possesso dello spazio e del tempo, che trascende il limite umano».
Fonte: www.1000Miglia.it
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