Il bruttissimo passo indietro del Brescia nella serata contro il Chievo Verona deve avere una spiegazione se paragonata alla bella e netta affermazione contro il Lecce. La domanda ora è sorge spontanea: qual’è il vero Brescia?
A Verona si è vista una squadra involuta a livello di orgoglio, di gioco e di motivazioni. Stride l’assenza di Donnarumma dall’inizio se poi hai Torregrossa e Fridjonsson ai box per infortunio.
Un Brescia nel quale si salva solo la coppia Papetti-Mangraviti ma che per il resto.ha davvero messo in mostra la brutta coppia della squadra vista contro il Lecce di Corini.
C’è da considerare che all’appello mancavano gli ultimi tasselli Jagello e Ragusa (fermato dal covid), giocatori in grado di far fare il salto di qualità alla squadra.
La verità è di una bocciatura senza giri di parole per molti: Martella e Ndoj sono tornati sugli standard abituali, Ayè si è dimostrato in tutta la sua fragilità offensiva. Dopo il gol al Lecce chi lo voleva rinato deve ricredersi.
E poi ci sono gli eterni incompleti e incompiuti come Zmrhal, Skrabb e Spalek. Giocatori che faticano a dare il proprio contributo tecnico e di grinta nella partita. Forse si salva Spalek ma solo per la corsa…
Per Diego Lopez ora serve capire quale è il Brescia sul quale lavorare. Quello di Lecce o quello di Verona? Domenica già una risposta nel delicato derby con il Verona.
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