BRESCIA, TROPPO CAOS E NERVOSISMO. SERVE EQUILIBRIO

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Un caos che non aiuta. Non un una condizione in cui versa un Brescia malato ancora in cerca della medicina giusta per uscire da una situazione di difficoltà. Una crisi d’identità senza fine che non volge a favore dei risultati sportivi. Ciò che si è visto nel secondo tempo di sabato, a bordo campo, è la cartolina tornasole di una situazione da decifrare.

La scelta di Massimo Cellino di scendere in campo dopo l’espulsione di Pep Clotet può assumere una marea di significati. Vicinanza, determinazione ma anche presa di posizione. A nessuno è sfuggito l’imbarazzo di Daniele Gastaldello nel dover gestire le direttive di Clotet (in tribuna) e quelle di Cellino (a bordo campo).

Come non sono certamente passate inosservate le imprecazioni alla panchina di Donnarumma uscito dopo una gara in cui lo stop più efficace è finito a tre metri e come unico acuto ha fornito l’assist del vantaggio ad Ayè. Domanda: contro chi inveiva? Cellino…Clotet o Gastaldello?

Non è passato inosservato il battibecco Ragusa-Jagiello per una palla colpita dall’attaccante. La rabbia di Chancellor a fine gara. I richiami di Joronen ai compagni con testa bassa.

Insomma un caos che non serve e non fa bene specialmente in una settimana che conduce ad una sfida decisiva e cruciale per non cadere definitivamente nel baratro. Contro la Virtus Entella sarà vietato fallire nuovamente l’obiettivo. Fondamentale sarà sistemare il caos e sedare il nervosismo.

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