Facile attribuire ad una sola persona il fallimento di una intera stagione. A volte risulta semplice scaricare il barile addosso ad un solo individuo. Veloce sarebbe dividere le colpe, addossare il peso della responsabilità a più soggetti. Ma questa volta vien difficile non pensare al fallimento della gestione Marroccu. Il direttore sportivo ha grosse responsabilità sull’esito negativo del campionato dei biancazzurri.
Dal suo arrivo all’addio sono trascorsi otto mesi nei quali è successo di tutto. Questa volta Massimo Cellino è esente da colpe.
L’ormai ex direttore sportivo era arrivato in pompa magna a metà ottobre dopo essersi liberato dal Genoa. Il dirigente sardo era entrato come un elefante in un negozio di cristalleria: parole forti e proclami altisonanti.
“Sono tornato perché Brescia è casa mia. Le incomprensioni del passato con il presidente sono risolte da tempo. Ho detto al presidente che non ho ancora ritirato la medaglia per la promozione del 2019 e quest’anno voglio ritirarne un’altra” (18 ottobre sotto la sede del Brescia) aggiungendo il giorno dopo in conferenza stampa “Questo è l’ultimo passaggio calcistico che farò lontano da lui“.
Il primo scivolone (a posteriori) di Francesco Marroccu arriva nel momento stesso in cui, prima di Natale, si parla di un esonero imminente di Inzaghi per far posto a Roberto Venturato. Un’idea di Cellino bloccata da Marroccu stesso: “Se una decisione del genere fosse stata presa sopra la mia testa, mi dovrei dimettere”. Esonero rientrato ma attriti molto forti tra le parti.
La mano di Francesco Marroccu si fa sentire e vedere nel mercato di gennaio quando riesce a strappare a Cellino il sì a ben sei operazioni in entrata. Sei, un vero record!
A Brescia arrivano Sabelli, Behrami, Andrenacci e Bianchi dal Genoa, Proia dal Vicenza e Adorni dal Cittadella. Sulla carta una squadra rinforzata in ogni reparto salvo poi essere smentita dalle prestazioni degli stessi giocatori. Adorni l’ombra del roccioso centrale ammirato a Cittadella, Sabelli a corrente alternata, Proia il cugino alla lontana del centrocampista goleador del Cittadella, Bianchi usato con il contagocce mentre Behrami e Andrenacci in gita premio a Brescia!
L’icartamento vero di Marroccu avviene a febbario. Il ds del Brescia spinge per l’esonero di Filippo Inzaghi e per un ritorno clamoroso di Diego Lopez. Tutto fatto ma il clima ostile nei confronti del tecnico uruguayano fa saltare il banco. Marroccu è costretto a tornare sui propri passi anche per via di una clausola nel contratto di Inzaghi. L’allenatore piacentino viene richiamato e spinto a restare.
“Inzaghi non è un nemico, io ho percepito un momento di sua difficoltà e non ho svolto nel dialogo tra lui e il presidente il mio solito ruolo...Mi aspetto che dica torno. Inzaghi? Ho semplicemente smesso di supportarlo perché ho capito che il momento storico non metteva allenatore e presidente sulla stessa lunghezza d’onda e allora abbiamo fatto una valutazione. Il terreno preparato a Lopez non è stato più produttivo”.
Anche in questo caso situazione rientrata ma grande imbarazzo sotto tanti punti di vista. Inzaghi prosegue fino all’epilogo di Pordenone dove il pareggio per 1-1 lo porta all’addio con tanto di diffida legale (poi rientrata).
Marroccu spinge per riavere Corini al timone. Lotta con Cellino e ha la meglio per avere al suo fianco il tecnico di Bagnolo Mella. Siamo a fine marzo e a metà aprile altra rivoluzione targata Marroccu: mano al Settore Giovanile.
A farne le spese è Christian Botturi (ancor prima era stato Marco Zanardini). Il giovane direttore, traghettatore da Gemmi a Marroccu con ottimo rapporto costruito con la squadra e Inzaghi in ritiro e nelle prime giornate di campionato oltre ad un lavoro quadriennale fantastico con il settore giovanile letteralmente rinato, viene lasciato a casa (immeritatamente) senza una apparente e concreta motivazione! Era in scadenza ma perché non rinnovare?
Al suo posto la coppia composta da Omero Meloni (alla sua prima esperienza) e Paolo Migliorati. Un duo a detta di molti addetti ai lavori acerbi per questo genere di ruolo ma sarà il tempo a dire se la scelta è stata vincente, come ci si augura per il bene della società.
A chiudere il cerchio c’è l’addio a otto mesi dal suo arrivo. A disturbare sono state soprattutto le voci (non smentite e nemmeno rettificate) di un suo passaggio all’Hellas Verona nelle settimane di svolgimento dei playoff. Voci cresciute nel periodo delle semifinali con il Monza! Non certo un bel messaggio di fiducia…
A corollario di un ritorno non certo in grande stile sono arrivate le dicharazioni di Marrucco al momento della firma sul contratto in riva all’Adige con l’Hellas Verona.
Della serie…questa volta non è proprio tutta colpa di Massimo Cellino…vittima, come tutti i tifosi, di un abbaglio chiamato Marroccu.
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