Bistrattato, criticato, troppe volte demonizzato. E’ il movimento ultras in prima linea contro il coronavirus. L’emergenza vissuta dal nostro paese, in particolare dalla nostra provincia e quella di Bergamo, ha svuotato gli stadi e riempito l’animo e il cuore dei tifosi. Niente sciarpa al collo ma mascherine sul viso con gli ultras pronti a dare una mano dove è necessario.
E così la Curva Nord Brescia ha raccolto fondi per l’Ospedale Civile di Brescia, i cugini dell’Atalanta hanno costruito, imbiancato a tempo di record l’ospedale da campo alla fiera di Bergamo. Ma Brescia e Bergamo non solo le uniche tifoserie in lotta contro questo maledettissimo virus.
A Roma il gruppo storico della Curva Sud ha istituito una raccolta fondi da donare all’ospedale Spallanzani di Roma. I rivali storici della Lazio stanno raccogliendo fondi per l’acquisto di respiratori per l’ospedale San Paolo di Civitavecchia. A Milano si sono mossi gli ultras della Curva Nord 69 dell’Inter raccogliendo fondi per l’Ospedale Sacco di Milano.
Scendendo giù per lo stivale gli Ultras del Pescara hanno lanciato una raccolta fondi per l’ospedale della propria città. A Napoli i ragazzi della così Curva B si sono mossi in prima persona per aiutare l’azienda Ospedaliera dei Colli.
E ancora il movimento ultras si è distinto a Trieste grazie alla raccolta di cibo da portare alle famiglie bisognose. I Sambenedettesi, I Modenesi, i Reggiani, e tante altre tifoserie stanno facendo raccolte fondi.
Non tante tifoserie ma una sola, non tante curve ma una curva unita e compatta a cantare e lottare per la propria terra, l’Italia, alla ricerca della spinta per sconfiggere l’avversario più difficile, il maledettissimo coronavirus.
Fabio Pettenò
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