1000 MIGLIA: IL MALEDETTO 1938 E LA TRAGEDIA DI BOLOGNA

Il successo di Biondetti del 1938 fu il primo dei quattro del pilota fiorentino, recordman di successi con 4 vittorie alla 1000 Miglia. Quella sua prima affermazione fu contrassegnata dal gravissimo incidente di Bologna.

L’equipaggio genovese Magnanego-Bruzzi, alla guida della Lancia Aprilia n. 101 targata GE 25355, giunse al posto di controllo gara, sito in piazzale di Porta Zamboni a Bologna, verso le ore 16.30 del 3 aprile 1938. Dopo la timbratura, l’Aprilia aveva ripresa velocemente la marcia, ma attraversando le rotaie della linea tramviaria, sensibilmente sopraelevate rispetto al piano stradale, il pilota perdeva il controllo della vettura, che andava a rovesciarsi addosso alla folla assiepata sul marciapiede spartitraffico di viale Berti. Il bilancio dell’incidente fu tragico: nell’immediatezza si contarono 10 morti, di cui 7 bimbi, oltre a 24 feriti, alcuni dei quali gravi. Purtroppo non fu l’unico grave incidente di quell’edizione.

Un altro si verificò a Ferrara in via Roma. L’Alfa Romeo 8C 2300 Monza n. 150 dell’equipaggio veronese Suppo-Terragnoli, iscritti con gli pseudonimi “Ventuno” e “Ventidue”, sbandava in una curva presa a velocità troppo elevata in via Roma, Si contarono sei feriti. Infine alle ore 17.15, la Fiat 1100 n. 38 dell’equipaggio pavese Franco-Bonacossa, percorrendo in piena velocità la SS 16 nel tratto rettilineo Rovigo-Monselice, all’altezza di Stanghella travolgeva una ragazzina, Tersilla Rizzo, uccidendola sul colpo. Benito Mussolini pose fine alle gare su strada. Nel 1939 la gara non si effettuò mentre nel 1940 venne istituito un “circuito della 1000 Miglia” sulle strade bresciane. Nel dopoguerra il divieto cadde e la 1000 Miglia tornò ad essere la gara del popolo.

Fonte Wikipedia

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