Il 1° maggio del 1948, alla partenza da Brescia Tazio Nuvolari è l’idolo dei tifosi: la folla e la stampa lo acclamano, vogliono la sua vittoria. La corsa con Alberto Ascari sulla sua Maserati prende subito la testa della corsa.
Il mantovano volante si scatena l’offensiva sugli Appennini facendo valere la sua classe. Arriva a Roma con un largo vantaggio, ha una media di 125 all’ora, ha seminato tutti gli altri che non riescono a reggere il suo ritmo.
Taruffi è fuori corsa, Ascari per inseguire il mantovano rompe il cambio e si ritira. Bonetto e Dusio sono fermi con le Cisitalia, Sanesi esce di strada, come il suo compagno di squadra Rol e la Alfa sperimentali sono fuori corsa.
Nuvolari vola in testa alla corsa, ma deve fare i conti con il destino beffardo. Poco dopo Roma al pilota mantovano si rompe il gancio che tiene chiuso il cofano: Tazio elimina il cofano e prosegue a motore scoperto.
Dopo Livorno l’altra beffa: Nuvolari sbanda ed esce di strada. Nell’occasione il sedile del meccanico si danneggia. Nuvolari toglie anche il sedile e prosegue, nonostante una balestra in avaria. Nonostante tutto il suo vantaggio aumenta!
A Firenze perde anche un parafango ma è a Reggio Emilia che si materializza la catastrofe sportiva: alla macchina di Nuvolari si rompe il perno della balestra e si deve ritirare a Villa Ospizio.
Per Tazio Nuvolari il sogno di finire sul gradino più alto del podio della 1000 Miglia è finito: Nuvolari ha 29 minuti di vantaggio sulla Ferrari di Clemente Biondetti, ma non vedrà mai Brescia. Sarà l’avversario a brindare al traguardo di Viale Rebuffone.