Dopo Alessandro Nora, l’AN Brescia deve salutare un altro pilastro della squadra. Nicholas Presciutti lascia Brescia dopo 6 anni e approda alla Pro Recco. In questa intervista esclusiva a Bresciasport.net ha ripercorso la sua esperienza con la calotta dell’AN.
Nicholas, hai vissuto 6 anni a Brescia. Sei arrivato giovanissimo e te ne vai cambiato umanamente e sportivamente.
“Si si. Brescia ha fatto parte degli anni più importanti della mia crescita. Sicuramente devo tanto alla società e alla squadra. Sono arrivato da ragazzino con alle spalle solo due anni di esperienza, ora me ne vado con sei finali scudetto, sei finali di Coppa Italia, una Coppa Len vinta. Il Brescia mi ha dato l’occasione di conoscere la pallanuoto che conta, mi ha insegnato la professionalità. E’ stata la mia formazione ideale, sia mentalmente, sia caratterialmente. Ne approfitto anche per salutare e ringraziare ancora la società che mi ha permesso di vivere emozioni incredibili”.
Quanto è stato importante per te avere come coach Sandro Bovo?
“Ha avuto un ruolo fondamentale per me. Appena sono arrivato a Brescia mi ha parlato di quello che potevo fare e soprattutto grazie a lui ho raggiunto alcuni traguardi, anche fuori dal club come il bronzo all’Olimpiadi. Mi ha dato tanto a livello umano, oltre che come allenatore. Mi ha fatto vedere la pallanuoto sotto un certo punto di vista. Mi ha sempre ricordato quanto è importante il lavoro e quanto conta farlo con una certa cattiveria agonistico. Non posso fare altro che ringraziarlo per il modo in cui mi ha sempre trattato”.
Immagino che Christian in questi anni abbia osservato la tua crescita. Come sta vivendo questo tuo cambio di squadra?
“È felice. Ne abbiamo parlato ovviamente e anzi, in questo periodo siamo stati più vicini del solito perché è normale che tutti e due abbiamo allontanato fino all’ultimo il pensiero di non giocare insieme. Sicuramente è dispiaciuto, ma allo stesso tempo è felice per me e per la mia carriera. Fa parte della vita e della carriera di noi sportivi”.
Se tu dovessi fare un podio dei momenti più belli, come lo disegneresti?
“Al primo posto metto la finale di Euro Cup vinta perché è un trofeo ed è stato importante. Al secondo posto ci metto la prima finale scudetto perché per me è stato come entrare definitivamente nel mondo della pallanuoto. Al terzo posto ci metto la finale per il quarto posto contro la Pro Recco”.
Cosa ti senti di dire a Brescia e ai bresciani che stanno vivendo un momento molto delicato?
“In realtà c’è poco da dire a Brescia. Il bresciano è una persona fantastica e forte. Sicuramente saprà rialzarsi e tornare anche meglio di prima alla normalità. Vedo che le persone si stanno già riprendendo, ovviamente nel pieno rispetto delle regole. Io faccio sempre il tifo per la città”.
In questi sei anni hai vissuto anche la morte di Piero. Ti senti di poter dedicare anche un po’ a lui questo tuo grande traguardo?
“Certo. Piero è stato importantissimo per tutto il movimento della pallanuoto. Penso che sia stato un dirigente con la “D” maiuscola. Io ero molto legato a lui. Non so come avrei affrontato questa separazione se lui fosse ancora qui. Ci volevamo molto bene. Ce ne vorrebbero almeno due per squadra di Piero”.
Michele Iacobello