IL SIMBOLO DELLA SQUADRA DIMOSTRA UNA VOLTA ANCORA IL SUO ATTACCAMENTO ALLA CAUSA, DA QUI BISOGNA RIPARTITE
In quella corsa dopo il gol del pareggio sul campo del Bari qualcuno ha rivisto quella di Marco Tardelli quando segnò il gol del momentaneo 2-0 ai Mondiali di Spagna del 1982. In quella corsa di Dimitri Bisoli verso il padre Pierpaolo c’è tutta l’essenza dell’essere capitano e uomo simbolo dello spogliatoio. Anima e cuore a tinte biancazzurre per il ragazzo nativo di Cesenatico ma ormai stabilmente cittadino bresciano. Dimitri incarna alla perfezione il prototipo del calciatore perfetto per un tifoso della Leonessa. Mai domo, sempre pronto a combattere in campo, mai una polemica ma piuttosto la fame e la bramosia di portare in alto il club. In quella corsa verso la panchina Dimitri Bisoli ha svestito per un attimo i panni del calciatore tornando ad essere semplicemente un figlio che dedica un gol al padre. Un quadretto famigliare di altri tempi ad aver emozionato l’intero stivale. In quella corsa conclusa con un caloroso abbraccio sotto il diluvio universale del San Nicola non c’erano due simboli del Brescia, ma un padre ed un figlio che coronavano il sogno di una vita. Da quella corsa, da quell’abbraccio Brescia si è ritrovata. Nell’affetto famigliare dei Bisoli, nella loro voglia di fare grande questa società e questa città dobbiamo appellarci, aggrapparci e ripartire.