All’appello mancano 8 giornate. 24 punti in palio per prendersi la salvezza diretta senza patemi (manca davvero poco) e provare a puntare a qualcosa di più di un semplice campionato anonimo. Il Brescia può farcela a patto che ritrovi una certa verve nel gioco offensivo che è risultata appannata nelle ultime prestazioni fornite dalla squadra di Pep Clotet.
Se si analizzano le quattro vittorie del Brescia contro cosenza, Venezia, Frosinone e Reggina si percepisce che i tre punti arrivati dal campo, Venezia a parte, sono arrivati con prestazioni da pochissime occasioni da gol. Quasi nulle.
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La prestazione contro la Reggina, risolta da Van de Looi, e quella contro la Salernitana (zero tiri in porta in 90′) sono stati l’emblema di una scarsità di idee che deve essere colmata. Inceppato Ayè non c’è nessuno che segna, Donnarumma è lombra di sè stesso, Fridjonsson un oggetto del mistero.
Serve qualcosa in più per poter creare delle occasioni. Servono trame offensive con estro ed inventiva. Due trequartisti ed una punta, il modulo di Clotet, devono offrire maggiore creatività nel reaprto offensivo. Jagiello e Ragusa sono spesso evanescenti e Ayè come unico terminale inconsistente.
Su questo Clotet dovrà ragionare, lavorare e pensare a come risolvere una sterilità offensiva che a questo punto della stagione può diventare un tallone d’Achille e una causa del libro dei rimpianti.