BRESCIA, BISOLI SI PRESENTA: ”EMOZIONATO, ARRIVO AL MOMENTO GIUSTO”

IL TECNICO: ”DIMITRI E’ UN SIMBOLO MA LO TRATTERO’ ALLA PARI DEGLI ALTRI GIOCATORI”

Pierpaolo Bisoli (squalificato domenica) si è presentato con poca voce (frutto delle urla in allenamento) e tanta adrenalina per la sua prima conferenza da allenatore del Brescia.

”Vivo questo momento come la chiusura di un cerchio. Qui ho giocato e ho un figlio che rappresenta qualcosa di importante. Sono emozionato”.

”Sull’impegno e metterci la faccia non ho problemi. La squadra ha qualità importanti. Vogliamo fare qualcosa di serio, in termini di classifica non so dire. Ma so che sul campo daremo tutto, ogni goccia di sangue per questa maglia”

‘Bisogna giocare partita per partita. Non giocheremo per salvarci ma guardare a qualcosa di più. Campionato di Serie B difficile. Tre squadre hanno preso il largo, altre giocheranno per stare nei playoff e nella zona tranquilla. Sono convinto che ci toglieremo delle soddisfazioni”.

”Contratto clausola salvezza? Nessuna clausola. Io ho detto che se non rimaniamo in categoria strappo il contratto. Se arreco danni, sono il primo ad alzare la mano ed andarcene. Un anno e mezzo è il tempo giusto per programmare qualcosa di importante”.

”Costruzione in mezzo al campo? E’ un problema di tutte le squadre. Questo gruppo ha molte qualità tecniche, manca altro. Manca la cattiveria, la voglia di conquistare le seconde palle. Manca entusiasmo, la gioia, la voglia di vincere e giocare le partite. Non dobbiamo venire al campo a timbrare il cartellino ma di migliorarci regalando gioia ai tifosi. Questo il mio compito”.

”A Mazzone avevano dato del difensivista ma oggi era più avanti anni luce di me. Tatticamente chiedo ordine’. Nella mia carriera mi hanno dato tanti aggettico, quello più frequente che sono difensivista. Ma io voglio solo che la mia squadra vinca”.

”Sgombriamo tutti un problema: ho un figlio qua dentro che se merita di giocare gioca, se non merita di giocare sta seduto! Lui giocherà se meriterà di giocare. Poi ho parlato alla squadra più sui aspetti morali che tecniche. Qui servono pacche sulle spalle. Non si vince con i moduli ma con gli uomini’.

“Cosa vorrei del mio Brescia? Vorrei che avessero come quando giocavo io l’affetto per la maglia, il piacere di sentirsi parte della città. Girerò per la città con la tuta del Brescia”.

”Ho sfruttato il mese di stop per curarmi da qualche ernie procurate dal tennis. Ho rifiutato alcune chiamate, questa non ho potuto farlo”.

”Dimitri? E’ più difficile per lui che per me. Mi chiamò Castagnini per mio figlio 9 anni fa. Il Brescia diede 30 mila euro all’Andria. Ero sicuro di aver dato un professionista. Non parlo con lui singolarmente ma parlo alla squadra”.

”Maran, vorrei essergli vicino. L’ho passato anche io un mese fa. Lo prendo come un periodo di riflessione. Mi spiace subentrare ad una persona seria ma fa parte del nostro lavoro”.

”Cellino? E’ un presidente che capisce di calcio. L’ho trovato più umano e più vicino alle persone. Ci penserà il direttore a mediare tra me e lui. Tifosi? Lavoro, serietà e risultati per ricucire lo strappo”.

”Quando l’ho visto mi sono emozionato, avevo il nodo in gola. Lo vedevo da piccolo. E’ stato l’ultimo a saperlo. Forse un po’ la mamma lo sapeva, abbiamo cercato di nasconderlo. Oggi insieme abbiamo rotto il ghiaccio”.

”Davide, l’altro figlio, sarà nello staff. Dimitri e Davide sono persone serie. Non saranno mai un problema”.

”Mi sento arrivato nel momento dove posso toccare qualcosa, anche su me stesso, che può aiutare questo ambiente. Io voglio ottenere dei risultati. Voglio che la squadra dia tutto”

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