TRA CAMPIONATO E COPPA ITALIA SONO 7 LE GARE SENZA I TRE PUNTI PER LE RONDINELLE
Dalla bella affermazione contro il Benevento (1-0 gol di Bianchi nel finale) sono trascorsi 52 giorni. Un lasso di tempo enorme nel quale il Brescia non è più riuscito a conquistare i tre punti. Un buco nero dopo un inizio di stagione che aveva fatto sognare. Tutto ha preso vita dalla debacle clamorosa contro il Bari. Quel 6-2 ha lasciato più scorie di quante se ne potevano immaginare. Nella mente e nelle gambe dei giocatori, nei pensieri di un Pep Clotet non più così convinto e spavaldo come ad inizio campionato. Qualcosa non funziona, è chiaro. Lo si è evinto nel pareggio contro l’Ascoli nel quale sono emerse, in maniera evidente, alcune lacune che preoccupano.
Contro un avversario evidentemente attendista e senza pretese nei primi 45′ non c’è stata, almeno nel primo tempo, l’ombra di una volontà di far male all’avversario. Un tempo praticamente gettato ale ortiche giocando una partita a scacchi contro quella di Bucchi. Due pseudo tiri in porta, di cui uno su calcio piazzato, e poco altro: troppo poco per una formazione che deve avere la bava alla bocca per vincere! E nella ripresa, quando sei riuscito a sbloccare la partita con una bella giocata di squadra (gol di Ayè) ti rintani davanti alla tua area portandoti il “nemico” a ridosso della porta. Un suicidio tattico accentuato dalla scelta di Clotet di giocare con il solo Moreo di punta rinunciando a tenere l’Ascoli lontano da Lezzerini.
Poi si può discutere sul fallo (evidente non fischiato a Nuamah) che poteva scaturire un contropiede per il Brescia o comunque il cambio di rotta di una partita che stava riportando la vittoria al Brescia. Ed invece lo sciagurato Karacic ha pensato bene di abbattere con due mani il diretto avversario (sulla riga di fondo) e la difesa di scordarsi di marcare in area di rigore. Il resto è storia di un film purtroppo già visto più volte. Una trama ad iniziare ad essere indigesta per i tifosi del Brescia desiderosi del lieto fine…