BRESCIA, CHE DELUSIONE! CELLINO “TRADITO” DAI SUOI UOMINI

Nascondere la delusione è impossibile. L’uscita di scena del Brescia dalla corsa promozione rappresenta un fallimento dell’obiettivo stagionale. Partito con i favori del pronostico, con grande entusiasmo per l’arrivo di Filippo Inzaghi sulla panchina biancazzurra, il Brescia aveva messo nel mirino l’obiettivo della promozione diretta salvo trovarsi con un pugno di mosche in mano e una Leonessa costretta, una volta ancora, a leccarsi le ferite.

Una stagione comunque travagliata dove il nocciolo della questione è come sempre nei numeri: 2 allenatori (Inzaghi, Corini), 3 direttori sportivi (Gemmi, Botturi, Marroccu), una campagna di rafforzamento a gennaio clamorosamente fallita (Adorni, Behrami, Andrenacci, Sabelli e Proia) con l’unico a salvarsi, vale a dire Bianchi, usato con il contagocce.

Eppure l’inizio ben augurante aveva illuso molti tifosi d’aver intrapreso la strada giusta. Il percorso con Super Pippo sembrava far presagire un grande avvenire per le rondinelle. Una squadra quadrata, feroce sul campo e desiderosa di emergere. Tanti punti conquistati nelle prime giornate a mettere i biancazzurri nelle primissime posizioni della classifica.

Il successo a Terni contro l’ex Donnarumma alla prima, il roboante 5-1 contro il Cosenza alla prima in casa, la vittoria in trasferta ad Alessandria: 9 punti nelle prime 3 giornate. Poi due pareggi con Crotone e Frosinone fino alla vittoria in rimonta ad Ascoli. Il primo campanello d’allarme nella gara del Rigamonti con il Como: un passo falso ed un 4-2 che avevano messo ansie e preoccupazioni nella testa di Cellino e Inzaghi. Anche perchè, subito dopo c’è stato lo scivolone di Perugia: l’1-0 del Curi.

Ed è qui che avviene la vera rivoluzione: dentro Marroccu, fuori Botturi che fin lì aveva gestito gli sbalzi di umore di Filippo Inzaghi fin dal ritiro quando, giorno sì e giorno no, minacciava di fare la valigia e tornare a casa per mancanza di chiarezza sul mercato! L’avvento di Marroccu portava bene: vittoria sulla Cremonese, pareggio con il Lecce e vittoria contro Benevento, Pordenone e Vicenza. I ko con Pisa e Monza erano le prime avvisaglie delle difficoltà della squadra negli scontri diretti.

Si arrivava così a gennaio con il mercato clamorosamente ciccato da Marroccu. La squadra non migliora nella qualità come sperato. Qui l’ennesima topica stagionale: Filippo Inzaghi veniva esonerato, al suo posto era chiamato (da Marroccu) l’uruguayano Diego Lopez il quale però, vedendo il clima ostile nei suoi confronti, mollava ancor prima di inizare. Contrordine dunque: Inzaghi riabilitato in sella alla squadra e certezza sul suo futuro: “Avanti con lui fino alla fine”.

La “fine” arrivava con il pareggio di Pordenone e una querelle legale tra tecnico e società per una clausola contrattuale. La volontà di Cellino e Marroccu prevaleva e a Brescia tornava Eugenio Corini. Con il “Genio” in panca le rondinelle lottano per un posto nelle prime due posizioni salvo arrivare al termine della stagione al quinto posto e perdendo la semifinale dei playoff.

Una delusione cocente per un pubblico tornato appassionato e ad appassionarsi ai colori e alla maglia di questa città. Ma le troppe montagne scalate, i cambi di vedute e di persone hanno minato inequivocabilmente lo spirito e l’animo della Leonessa che anche quest’anno si deve leccare le ferite.