In un finale di stagione i nodi vengono al pettine. Situazione di classifica complicata con 8 giornate da giocare e 7 punti da recuperare sulla zona salvezza. Brescia ad uscire dalla sfida con il Torino con le ossa rotte sotto tanti punti di vista. Non solo quello del risultato (3-1) ma soprattutto del morale. La triste consapevolezza di non avere una rosa all’altezza e cambi idonei è la cruda realtà di un gruppo che sta facendo il massimo.
Non è da oggi che i cambi cambiano negativamente il volto della squadra. Era già accaduto nel periodo pre lookdown e sta accadendo in questa fase di post lookdown. Chi entra al posto dei titolari non è all’altezza, non da mai quella marcia in più, non incide e cosa ancor più grave peggiora al situazione in campo.
Purtroppo la triste realtà dei fatti porta a vedere un Brescia con pochi elementi da salvare. Pochi giocatori a raggiungere la sufficienza. Il cuore non basta per alcuni ma almeno quello si vede. Altri non danno segnali di vita. E la classifica piange.
Puntare il dito contro uno in particolare non è giusto. E’ il collettivo che manca. E quando manca il collettivo i risultati non vengono. Questa è la pura e semplice verità nel calcio dove il pallone non mente mai. Riavvolgendo il film della partita lo si nota in maniera più evidente: tanti, troppi giocatori non sono all’altezza della situazione.