BRESCIA: COME GIOCHERA’ IL BRESCIA DI FILIPPO INZAGHI?

Nelle due stagioni al comando del Benevento Inzaghi ha utilizzato numerosi moduli tattici. Nella cavalcata da record in Serie B (86 punti, eguagliato il Palermo 2013/14) l’allenatore piacentino ha utilizzato maggiormente il 4-4-2 trasformandolo all’occorrenza in un 4-3-3 dove i 2 attaccanti esterni, a seconda delle circostanze, si posizionavano più larghi oppure più stretti, diventando trequartisti. Nell’ultima parte di stagione in Serie A invece Inzaghi si è affidato ad un più coperto 3-5-2. Ma conoscendo Cellino questo modulo sarà bandito visto il risentimento del patron per la difesa a 3.

Nelle sue esperienze in carriera Inzaghi ha dimostrato di utilizzare al massimo la rosa a disposizione. Di norma una squadra con una o due alternative per ruolo. Non a caso l’undici di partenza è spesso variato, specialmente nel reparto avanzato dove il tecnico predilige un tridente con un finalizzatore accompagnato da due giocatori di estro e fantasia. Inzaghi è amante della costruzione dal basso. Una filosofia, quella del giovane allenatore, coltivata sin dai suoi esordi sulla panchina del Milan Primavera.

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L’azione viene avviata da un ‘giropalla’ attendista dai quattro difensori, in modo da poter trovare spazio e sbocchi sulle fasce. I terzini rappresentano due frecce nell’arco della manovra fondamentali: in fase d’attacco sono costantemente in proiezione offensiva ma pronti a ripiegare in quella di non possesso. Sbloccato il gioco, grazie all’arrivo della palla proprio ad uno dei due terzini, entrano in gioco i due mediani pronti ad innescare l’azione d’attacco. Questo spostamento crea spazio che porta gli esterni ad arrivare sulla linea degli attaccanti. Campo sfruttato anche dal centrocampista senza palla, che fingendo di andare incontro al terzino in possesso, attacca l’ampiezza.

Qui entrano in gioco gli attaccanti cercati con una imbucata in verticale. Il movimento di una delle due punte viene sempre fatto in funzione dell’altro: se uno va incontro al pallone, l’altro attacca la profondità e viceversa.

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