BRESCIA: ECCO COME CAMBIA L’UNDICI DI PARTENZA DOPO IL MERCATO

La domanda che tutti di pongono è: quale formazione titolare schiererà Inzaghi? L’arrivo di Adorni, Proia, Behrami, Bianchi, Sabelli e Andrenacci può cambiare il volto della formazione base biancazzurra. Partendo dal presupposto che difficilmente Inzaghi varierà il modulo, confermando il 4-3-1-2 delle ultime giornate, ecco come potrebbe essere il nuovo Brescia.

PORTIERE: Tra i pali non c’è assolutamente dubbio sulla conferma di Jesse Joronen. L’arrivo di Andrenacci rappresenta la sicurezza di avere in panchina o all’occorrenza un secondo di indiscusso affidamento. Non che Perilli non lo fosse ma la società ha voluto puntate su un cavallino di ritorno che ben conosce.

DIFESA: Quattro difensori con una linea che difficilmente potrebbe subire variazioni. Sulla corsia destra c’è l’esuberanza di Stefano Sabelli arrivato al posto di Ales Mateju. A sinistra l’inamovilibe Pajac anche se, probabilmente, un alternativa al posto di Huard ci poteva anche stare. La vera novità è nel cuore della difesa con Davide Adorni ad andare ad alzare i centimetri del muro biancazzurro eretto da Andrea Cistana. Per il centrale bresciano la vicinanza di un giocatore esperto lo potrà aiutare nella completa maturazione ed il Brescia si avvantaggerà dal punto di vista caratteriale.

CENTROCAMPO: Inzaghi ha a diposizione una varietà di soluzioni. La leadership di Van de Looi come mediano potrebbe trovare alternanza con Valn Behrami. L’ex Genoa ha cambiato il suo modo di giocare: da mezz’ala ficcante è passato a metronomo e uomo d’ordine della mediana. Bisoli e Leris troveranno la feroce concorrenza di Federico Proia. L’ex del Vicenza può giocare da interno oppure da trequartista dove Jagiello e Tramoni si giocheranno ogni partita la maglia da titolare.

ATTACCO: Avere un Bianchi in più nelle rotazioni aiuterà Inzaghi a inserire, in base alla tipologia di partita, quegli attaccanti che meglio si addicono al momento preciso vissuto. Moreo garantisce fisicità, Ayè velocità e profondità, Palacio classe e acume tattico, Bajic l’imprevedibilità e Bianchi il folletto capace di risolvere le partite con una giocata

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