BRESCIA, I NUMERI BOCCIANO LA SCELTA DI ESONERARE INZAGHI

L’esonero di Filippo Inzaghi fa ancora rumore. Il tam tam mediatico aperto dalla notizia giunta a mezzo stampa nella tarda serata di domenica non si è ancora fermato. Ad essere esonerato non è certamente un tecnico qualunque. Secondariamente c’è molto sul quale discutere sulle modalità che hanno portato a questa scelta.

Il Brescia caccia Filippo Inzaghi per far posto a Diego Lopez. Già letta così suona proprio male! Si perchè ad inchiodare la scelta di Massimo Cellino, più che mai discutibile, sono i numeri. E da quelli, nel calcio come nella vita non ci scappi.

Inzaghi viene allontanato con il Brescia terzo in classifica. 39 punti in 21 partite disputate. Il primato è a soli 2 punti con il Lecce primo a quota 41 e il Pisa secondo a 40. Approfondendo ancor di più le statistiche.

Brescia in serie positiva da 5 partite con 3 vittorie e un pareggio per un totale di 11 punti conquistati. Brescia vicino al record di vittorie in trasferta. 8 quelle in stagione per un totale di 26 punti conquistati lontano dalle mura amiche dello stadio Rigamonti per una media punti di 2,36 a partita!

Vero è che in casa l’andamento è diverso. 13 punti in 10 partite per una media di 1,3. Le difficoltà riscontrate dal Brescia sono state evidenti nel cercare e trovare la vittoria ma all’appello manca metà stagione. La squadra di Inzaghi è il miglior attacco con 33 gol al pari di corazzate come Frosinone, Lecce, Cremonese dei quali 31 su azione e solo 2 su rigore.

I numeri inchiodano la scelta di Cellino di esonerare Inzaghi. Non solo. La professionalità dimostrata dall’allenatore è stata incredibile. Sin da subito, e con non poche difficoltà questa estate dettate da un iniziale mercato scarno, ha dato il massimo. Ha sempre lavorato mettendo al primo posto la voglia di far grande Brescia e i suoi tifosi.

Dunque la domanda sorge spontanea: c’era davvero necessità di cambiare?

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