Filippo Inzaghi torna in panchina. Dopo la nascita del figlio Edoardo ad avergli fatto saltare il vittorioso derby con la Cremonese il tecnico è pronto a sedersi nuovamente a bordo campo per guidare la sua squadra contro il Lecce.
“Sono rimastro sorpreso del livello degli ospedali di Brescia. Si sono presi cura della nostra famiglia con grande umanità e disponibilità. Sono davvero un’eccellenza per questa città. Sin dal primo giorno in cui sono sbarcato qui ho stretto un legame profondo con questa piazza. Volevo ringraziare anche il presidente per la vicinanza e l’affetto dimostrato.”
“Diventare padre è davvero un qualcosa che fin che non provi non puoi capire. Non è stato semplice concentrarsi sulla partita, ma sapevo che la squadra era in buonissime mani. Pensavo che mio figlio nascesse in tempo per esserci alla gara con la Cremonese. Ma la mia compagna non stava molto bene, ma mi ha sopportato anche in quell’ora e mezza del match, come per altro fa da tanto tempo. E’ stato bello vedere in televisione la mia squadra giocare in quel modo“
“L’arrivo di Marroccu non rappresenta una protezione. Sono arrivate persone che voi conoscete bene e non hanno bisogno di presentazioni. Noi non abbiamo scuse, abbiamo il massimo per fare il massimo. Abbiamo tutto per puntare alla serie A in fatto di organizzazione, ma a volte non basta: dobbiamo meritarcela questa promozione. Non basta avere i giocatori più bravi, bisogna essere squadra”.
“Il Lecce? Se ci avessero detto di fare 4 punti tra Cremonese e Lecce avremmo firmato. Ne abbiamo già fatti 3, cercheremo di farne altri. Parto dal presupposto che anche a Perugia non meritavamo di perdere e con il Como meritavamo di vincere. Ora hanno valore le prestazioni più della classifica.
“Il Lecce è forte, doveva già andare in serie A l’anno scorso. Ritroverò Coda come avversario, un giocatore al quale sono legato. Come si ferma? Lo stimo tanto, ma anche loro devono preoccuparsi dei nostri giocatori. A Benevento ci legano bei ricordi lo saluterò volentieri. Voglio vedere la curva piena anche se le gare delle 18 non aiutano a portare pubblico sugli spalti”.