MACUMBE E RITI VOODOO? COME PROVARE A NASCONDERE LA POLVERE SOTTO IL TAPPETO
Macumbe e riti voodoo come se si giocasse il torneo delle cotrade con tutto il rispetto per tali manifestazione. Per il presidente Massimo Cellino entrano in campo i santi e non gli eroi. Pensiero quantomai riduttivo di evidenti mancanze nella gestione del patrimonio sportivo biancazzurro sviluppato al fine di provare a nascondere la polvere sotto il tappeto.
Ma c’è di più e dell’altro e si chiama invidia. Sana? Difficile a dirsi. Bollare e tacciare qualcuno, alias Christian Botturi direttore sportivo del Mantova, come responsabile delle disgrazie delle rondinelle assomiglia molto al meccanismo della deresponsabilizzazione con un pizzico di invidia.
Fa male vedere ex dipendenti cacciati a pesci in faccia depredare punti salvezza sul proprio campo di battaglia. Fa ancora più male vedere l’improvvisazione essere sovrastata dalla programmazione, dallo spirito del lavoro e dalla professionalità.
“Chi è causa del suo mal pianga sé stesso” recita un detto popolare quanto mai in voga da queste parti. Per raggiungere l’obiettivo salvezza serve maggiore pragmatismo e una fedele ricostruzione della realtà.
Non esistono macumbe e riti voodoo ma solo il campo, giudice supremo di ogni partita di calcio. Esistono vittorie cercate e volute come quella di La Spezia, sconfitte dolorose e da polemiche come quella con il Mantova e le numerose di questa staguione.
Ma esiste soprattutto il Brescia, la sua storia, il suo blasone e la sua passione. Quella che nessuno potrà mai cancellare arrecando scuse, additando colpe ai santi privandosi degli eroi.