BRESCIA: MOLA MIA!

Invertendo il numero degli addendi, la somma non cambia. Fuori Corini, dentro Lopez ma la sostanza rimane sempre quella. Il Brescia stecca anche contro l’Udinese, non sa più vincere e in casa il ruolino di marcia è ancor più preoccupante.

Per una squadra chiamata a salvarsi, le mura amiche devono diventare preziose alleate. Anche perché la spinta del pubblico non è mai mancata. Ciò che sta venendo meno, invece, è il rispetto e l’onore per quella maglia.

Tanto particolare quanto unica, con quella V a svettare dalle spalle al petto che deve essere indossata come una corazza. Il Brescia, invece, non va in battaglia: soffre, è molle, troppo timido e svogliato. Il pallone scotta, la mancanza dei tre punti è un macigno psicologico troppo condizionante.

Nulla è ancora perduto. La matematica non ci condanna, ma la squadra deve cambiare atteggiamento. Tre tecnici in una stagione sono davvero troppi e non può sempre essere colpa dell’allenatore.

Corini e Grosso hanno pagato fin troppo: adesso, cari giocatori, è ora di tirare fuori gli attributi. Perché dai momenti difficili che si evince la qualità di un individuo. E che si faccia anche gruppo: squadra e società devono diventare un tutt’uno assieme all’apporto dei tifosi che, per altro, non è mai mancato.

Adesso tocca a voi giocatori farvi un approfondito esame di coscienza e invertire la rotta. “Mai molar” deve diventare il vostro motto: stampatevelo nella testa, travasatelo nelle gambe e gonfiatevici il petto.

Editoriale a cura di Mario Ricci

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