La quiete dopo la tempesta. In casa Brescia è tornata la calma dopo giorni vissuti come in un uragano. La normalità è tornata a regnare nel mondo biancazzurro : l’esonero di Inzaghi è rimasto nella forma e non nella sostanza, il tecnico ha ripreso possesso della guida della Prima Squadra, Massimo Cellino ha fatto un passo indietro rispetto alle proprie idee e, cosa non da poco, è stata sancita la pace tra presidente e allenatore.
Ma come ogni uragano che si rispetti (questo era di categoria 3 con venti a soffiare da 178 a 208 km/h) qualche maceria, qualche strascico e traccia la lascerà. A risentirne è prima di tutto il clima che si respira attorno alla società e alla squadra. In questi giorni si è detto e scritto di tutti ma i veri feriti da quanto accaduto sono i tifosi!
Una categoria presa pochissimo in considerazione anche se, per voce e parole di Francesco Marroccu, avrebbero inciso nella scelta di Diego Lopez di fare un passo indietro. Ma sarà andata veramente così? Di certo c’è un malcontento generale dirompente. La “figuraccia mondiale” come qualcuno l’ha etichettata è difficile da cancellare.
Dall’esonero di Inzaghi, alla scelta di Lopez, al dietrofront del tecnico uruguayano, alle dichiarazioni in conferenza stampa di Marroccu, al muro contro muro Inzaghi-Cellino fino alla pace tra i due litiganti nessuno è rimasto inerme soprattutto per chi ha cuore le sorti del Brescia, come i tifosi, preoccupati di eventi ad aver minato il percorso di riconquista della Serie A.
Si, perchè al di là di presidente, direttore e allenatore agli amanti dei colori biancazzurri interessa la maglia. E quella va rispettata, sempre e comunque. Va onorata dentro e fuori dal campo. Ora questo uragano quella maglia è stata sporcata. Toccherà a Cellino, Marroccu, Inzaghi e la squadra armarsi di sapone (inteso come lavoro, abnegazione e spirito) per pulirla. Servirà sudore e fatica per ricostruire dalle macerie. Perchè i tifosi vogliono solo quello, lo merita il Brescia, la sua città, la sua storia.