Tra i tifosi c’è già chi si è schierto a favore dell’arrivo di Palacio e chi invece è fortemente convinto si tratti di una operazione di marketing in perfetto stile Balotelli. Sui social il popolo dei favorevoli si è già scontrato con i contrari e viceversa. Ciò che si è avvertito è sicuramente un velato entisiamo portato dall’arrivo dell’argentino, niente a che vedere con l’annuncio nella calda estate di avvicinamento alla Serie A dell’arrivo di Super Mario.
La temperatura è la stessa, forse anche di più, ma il popolo biancazzurro rimane in parte scettico. Segno evidente che le cicatrici lasciate dall’ex attaccante della Nazionale ancora bruciano e fanno male. Brescia aveva accolto come un eroe Balotelli ritrovandosi già a marzo con un pugno di mosche in mano.
Ma chiariamo una cosa: Palacio non è Balotelli! Lo dimostra il curriculum, la carriera e i numeri. 577 partite giocate in carriera tra Boca Juniors, Genoa, Inter e Bologna. 171 reti segnate. 28 presenze e 3 gol con la nazionale argentina. Nel suo palmares 3 campionati argentini, una Copa Libertadores, una Copa Sudamericana e la partecipazione a due mondiali (2006 e 2014).
Palacio non è Balotelli nello spirito mai domo. E’ un giocatore pronto a mettersi a disposizione per la squadra con lo spirito di sacrificio tipico dei sudamericani. Palacio è quel giocatore in grado di poter far fare il salto di qualità al Brescia. Spetterà ad Inzaghi portarlo in forma e metterlo nelle condizioni di essere decisivo, con un gol o con un assist cercando di far cambiare idea a chi, oggi, non è così entusiasta dell’arrivo de “el trenza”.