BRESCIA: QUELLA FASCIA AL BRACCIO DI MANGRAVITI CHE DIVIDE

Premessa: nessuno mette la croce sull’impegno, lo spirito di abnegazione e la voglia con la quale Massimiliano Mangraviti sta affrontando il suo percorso al Brescia. In dubbio in molti, noi di Bresciasport compresi, mettialo la scelta, non passata inosservata, di porre la fascia di capitano al braccio del centrale bresciano in occasione della gara contro il Pordenone.

Una situazione che ha diviso il popolo biancazzurro sin dalle prime immagini arrivate da Lignano Da una parte c’è chi rivendica quella fascia ad Ernesto Torregrossa. Ormai sono conosciute la diatriba con il presidente nata in estate con la nomina di capitano a Dimitri Bisoli dopo che Ernesto era stato il “vice” di Gastaldello in Serie A.

Dall’altra c’è chi vede nella fascia a Mangraviti un premio alla brecianità, allo spirito di sacrificio messo del giovane cresciuto nel settore giovanile delle rondinelle.

Da una parte questo pensiero potrebbe anche reggere ma dall’altra il castello di carta crolla! Perchè in un momento delicato come è quello vissuto dalla squadra, lontana dall’obiettivo di recitare un ruolo da protagonista in campionato e con tre allenatori in 11 giornate, si sperava che qualcosa sotto il profilo dell’immagine poteva migliorare. E il capitano è l’immagine di una squadra!

Guardando la formazione schierata ieri il capitano doveva essere Jesse Joronen. Questo per due semplici ragioni: esclusi Torregrossa, Sabelli e Bjarnason (per ovvi motivi pur essendo gli uomini con maggiore esperienza) l’unico al quale andava affidata la fascia era il portiere finlandese: grande protagonista ieri sera ma punto di forza della squadra da due campionati a questa parte.

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