Vedere un Brescia senz’anima è un colpo al cuore. Una squadra che non lotta non può pensare di poter competere per rimanere in Serie A. A San Siro ci sta di perdere sul campo, non di perdere la faccia perché il 6-0 è una mazzata morale difficile da digerire in fretta. E domenica c’è il derby con il Verona…
A non piacere sin dall’inizio è la scelta di formazione di Diego Lopez quasi a delineare uno scenario di sconfitta come poi si è materializzata. Rinunciare a Torregrossa e Bjarnason in questo momento non è possibile specie se li sostituisci con Aye e Skrabb. Parliamone…
Che l’Inter sia più forte del Brescia è lapalissiano ma senza lottare e consegnarsi nelle mani dell’avversario è un atteggiamento da chi ha già perso in partenza. Per provare a salvarsi va cambiata la mentalità ma a 9 gare dal termine è dura variare l’atteggiamento.
Ma in fondo a tanti ragionamenti c’è la realtà dei fatti di una squadra che, con tutto il rispetto per i vari Skrabb, Spalek, Aye, Zmrhal, Martella, Viviani e Melateju non puoi pensare si salvarti. In Serie A servono qualità, tecnica e esperienza. Armi queste non in possesso di un Brescia in disarmo.
Se a questi vogliamo aggiungere il caso Balotelli e la gestione di un giocatore (parliamo solo di quello) che ha qualità fuori dalla media, se lasciamo andare via Romulo a scadenza con Bisoli ko, se non fai mercato in estate e a gennaio è facile cadere in serate come quelle di San Siro. Probabilmente i palcoscenici di questo Brescia sono da categoria inferiore.