Le lacrime d’emozione per l’addio al calcio del suo capitano Daniele Gastaldello sono state l’ultimo atto del campionato di Serie A per il Brescia. Un addio amaro al proprio condottiero avvenuto senza pubblico, senza applausi dei tifosi e in un clima oppresso dalla frustrazione per l’obiettivo della salvezza mancato.
Il Brescia archivia una stagione fallimentare, un campionato negativo sotto tanti punti di vista. Nel mare difficile della massima serie è naufragato il progetto tecnico costruito la scorsa estate da Massimo Cellino. Errori nella valutazione dei giocatori e nella composizione della rosa, errate valutazioni sul potenziale del gruppo, presunzione di poter stare ad un livello così alto con la stessa squadra che aveva vinto la Serie B e non ultimo per importanza la topica Balotelli.
Il Brescia chiude la sua esperienza in Serie A con 25 sconfitte, sfiorato d’un soffio il record negativo del 94/95 (allora furono 26 ko in campionato). I dati raccontano inconfutabilmente di un anno da dimenticare in fretta: Brescia tra le peggior difese e i peggiori attacchi.
A questo non vanno dimenticati i 4 cambi in panchina (Corini-Grosso-Corini-Lopez) ad evidenziare la confusione che ha regnato all’interno dell’ambito societario.
Da questa stagione il Brescia deve fare tesoro, analizzando gli errori commessi, le carenze e mancanze evidenziare. Tale è il percorso da intraprendere se vorrà immediatamente tornare protagonista dalla prossima stagione.
La retrocessione sul campo può starci se da questa si riparte più forti di prima, maggiormente strutturati e con un progetto sportivo serio e non campato per aria. Se ciò avverrà Cellino potrà presto tornare a godere dei favori della piazza, in caso contrario si prevedono tempi bui per i tifosi del Brescia.