LA ROSEA APPROFONDISCE IL PENSIERO DEL PRESIDENTE DEL BRESCIA DECISO SUL RIPESCAGGIO
Duro attacco del Brescia alla Reggina. Incassata la retrocessione dopo il playout perso con il Cosenza — con 3-0 a tavolino nel ritorno e due gare a porte chiuse nella prossima stagione — il club di Massimo Cellino non si arrende e si lancia contro la società di Felice Saladini, che venerdì 9 giugno ha l’udienza in Tribunale a Reggio Calabria per l’approvazione del piano di ristrutturazione del debito: lo stesso Brescia è stato ammesso al dibattimento. Una vicenda inedita nel mondo del calcio (almeno nei numeri) e che ha già avuto ripercussioni sul campionato (5 punti di penalizzazione per il club calabrese, poi eliminato nei playoff). Ma adesso il livello dello scontro si alza, perché il Brescia contesta pubblicamente il piano con una denuncia inviata allo stesso Tribunale, al Commissario giudiziale e alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, oltre che ai ministri Nordio, Giorgetti e Abodi, fino a Malagò, Gravina e Balata e alla Covisoc.
Cellino ha incaricato un noto studio milanese di verificare i numeri presentati nel piano e, secondo la relazione, è stato redatto un articolato atto di opposizione, un esposto che mette in rilievo le irregolarità che sarebbero emerse dall’analisi, tanto da premettere che il piano e la relazione del professionista indipendente che l’ha accompagnato risultano fondati “su presupposti fattuali e dati numerici gravemente errati e del tutto indimostrati, da cui discende la non fattibilità del piano”, aggiungendo che “risulta gravato da macroscopiche violazioni normative”. Perché il Brescia ha scatenato questa guerra? Semplice: senza l’approvazione del piano, sarebbe fortemente a rischio l’iscrizione della Reggina al prossimo campionato e quindi il suo posto (classifica alla mano) andrebbe al club lombardo. Ma questo sarebbe eventualmente un passaggio successivo. Adesso c’è la bagarre in Tribunale, mentre per l’iscrizione bisogna attendere il termine del 20 giugno. Molti i numeri contestati dai professionisti incaricati dal Brescia: si parte dai diritti tv e dai contributi di Lega, che visto il flop di Helbiz saranno inferiori di almeno 300 mila euro; si cita il calciatore Canotto, per il quale l’1 luglio scatta l’obbligo di riscatto dal Frosinone per 450 mila euro (operazione non citata nel piano); si parla della cessione di un calciatore per 2 milioni di euro “senza che vi siano riscontri” sul mercato.
Tra le incongruenze segnalate tra la relazione del professionista indipendente e il piano, ci sono numeri diversi in almeno cinque casi spiegando che “queste differenze impediscono di poter attribuire un giudizio complessivo di veridicità e fattibilità”. Non solo. I professionisti del Brescia contestano sponsorizzazioni e incassi da stadio (botteghino e abbonamenti) previsti in aumento dalla Reggina per la prossima stagione “alla luce dell’annunciato ridimensionamento della rosa della prima squadra” e soprattutto segnalano la non fattibilità del piano relativamente alla “inequivocabile incapacità del socio di maggioranza (la società Enjoy srl, ndr) di versare alla Reggina l’importo di 8 milioni” come proposto dal club calabrese, citando anche altre società riferibili a Saladini. La denuncia si chiude con il rilievo di altre lacune, anche una “registrazione contabile errata” nei rapporti con la Lega B, quantificati dalla Reggina con un credito e che invece sarebbe “un debito di 799.831 euro”. Dulcis in fundo, gli accordi con i creditori: a partire dall’Agenzia delle Entrate, che si è opposta allo stralcio del 95% del debito che in totale (compresi gli altri fornitori) è di 15,7 milioni, destinati in caso di omologa a diventare circa 917 mila.
Dalla Gazzetta dello Sport