La 1000 Miglia edizione 2020 va agli archivi come la manifestazione più controversa delle 38° rievocazioni storiche sin ora disutate. Partita nell’incertezza la manifestazione della Freccia Rossa ha tuttavia colpito nel segno lasciando nei partecipanti e nella gente un sapore speciale.
Il comitato presieduto da Franco Gusalli Beretta ha messo a punto un protocollo sanitario specifico per poter dare vita alla manifestazione. Nel rispetto delle regole, in una sorta di bolla, la 1000 Miglia ha portato a termine la missione più dura e difficile dell’edizione numero 93 della sua storia.
Dall’incertezza della partenza all’applauso del pubblico lungo i quasi 1800 chilometri di gara il passo è stato breve. Nonostante le difficoltà oggettive riscontrate e qualche grattacapo risolto strada facendo, la 1000 Miglia è stata promossa a pieni voti anche nei numeri. Come aveva specificato l’amministratore delegato Piantoni: “La 1000 Miglia è un esempio per tutti”.
Nei quattro giorni di gara sono state distrubuite più di 5.000 mila mascherine tra concorrenti e staff, oltre 10.400 prove di temperatura effettuate senza contare i rigidi protocolli medici ai quali ogni equipaggi ha dovuto sottostare per prendere parte alla rievocazione storica.
A trionfare è stata anche l’Italia toccata con le ruote sull’asfalto dalle 365 vetture partite da Brescia giovedì e arrivate nel pomeriggio di domenica in città. Un’Italia magnifica dal punto di vista paesaggistico ma soprattutto pronta a dimostrare di poter convivere con il coronavirus.
Nell’ultima tappa, quella da Parma a Brescia, il mueso viaggiante più famoso del mondo ha attraversato molte delle zone più colpite dal Covid. Codogno, Lodi, Treviglio e Bergamo hanno abbracciato la corsa della Freccia Rossa in quella che è stata una manifestazione destinata di diritto ad entrare nella storia.