L’EX DIRETTORE DEL BRESCIA: “DA CELLINO C’E’ SEMPRE DA IMPARARE MA DIFFICILE DA ACCONTENTARE”
“Brescia? Un’esperienza formativa. Da Cellino c’è sempre da imparare, è un presidente molto difficile da accontentare. Nonostante la mia età ho imparato alcune cose. Nella prima esperienza a Brescia scoprimmo Clotet, un allenatore molto preparato che farà parlare di sé. Sapete tuti che Cellino è scaramantico: credo di essere stato l’unico dirigente nato il 17 ad aver lavorato con lui”.
“Cellino voleva ricomporre la coppia che aveva lavorato bene. Non è andata nel migliore dei modi, siamo riusciti a chiudere l’anno con il clamoroso gol del Cosenza che ci ha condannato alla retrocessione poi però cancellata dal ripescaggio”.
“Non ho potuto partecipare al mercato di gennaio perché ero ricoverato. Avevo preso alla leggera la cosa invece mi ritrovai in terapia intensiva. Ma Cellino chiamava anche lì…”
Così ha raccontato a Tuttomercatoweb l’ex direttore sportivo del Brescia Giorgio Perinetti fautore della bella stagione dell’Avellino impegnato nella lotta promozione nel girone C di Serie C. L’esperto dirigente romano ha toccato numerosi tasti nel corso della chiachcierata con i colleghi, alcuni molto toccanti e personali.
“Dopo la scomparsa di mia moglie, il mio secondo lutto tragico. Mia figlia Emanuela, che si cimentava nel settore del marketing sportivo. La mia ragazza. Ci confrontavamo anche su temi calcistici. Mi manca tanto, occupava le mie giornate. E si, il mio sogno è dedicarle la promozione in Serie B. Qualche battuta a vuoto rischia di rimandarlo. Ma mi piacerebbe farle questo regalo”.