Fabio Grosso aveva chiesto ancora del tempo per provare a raddrizzare la situazione. Lo aveva fatto a margine del post gara nel derby perso per 3-0 in un breve faccia a faccia con il presidente Massimo Cellino.
Il tecnico del Brescia era pronto a continuare nonostante le ostilità, il clima di grossa diffidenza nei suoi confronti e una mancanza cronica di gioco e di risultati.
Ed invece Massimo Cellino questa chance non l’ha concessa convinto di dover a tutti i costi rimediare ad una scelta rivelatasi sbagliata prima che fosse troppo tardi.
Il regno di Fabio Grosso a Brescia è durato 25 giorni. Un periodo nel quale mai il tencico è entrato nelle grazie dei tifosi. Molto è stato dettato dall’impossibilità di sostituire nel cuore e nei pensieri Eugenio Corini: troppo grande ed ingombrante la sua figura.
Molto è stato dettato dall’atteggiamento e dal modo di fare. Le mani in tasca sono divenute un marchio di fabbrica di Grosso, un simbolo di rassegnazione inaccettabile! E poi i risultati con zero vittorie in tre partite, zero gol fatti a fronte di dieci subiti. E ancora il gioco latitante, una reazione inesistente della squadra ai momenti difficili…e non ultimo il litigio con Mario Balotelli.
Se con il pubblico la scintilla della passione non è mai scattata altrettanto si può dire per la squadra. La sensazione è sempre stata di un gruppo che ha faticato ad entrare nei meccanismi e pensieri dell’allenatore.
Finisce l’era Grosso, senza aver quasi lasciato traccia….