IL TECNICO, CONSAPEVOLE DEI RISCHI, A TESTA ALTA A MARASSI
C’è aria di tensione in casa Brescia. La squadra biancazzurra deve vincere per tornare a sorridere, uscire da un momento quantomani complicato. 1 vittoria nelle ultime 5 giornate, un gioco in involuzione ed una squadra che senza i suoi big (Bisoli, Galazzi e Moncini) fatica a trovare gli automatismi giusti. Una situazione ad aver accesso un campanello d’allarme in Massimo Cellino. Il presidente è quantomai preoccupato per la situazione venutasi a creare e sul banco degli imputati è salito Rolando Maran. Il tecnico è consapevole dei rischi che sta correndo sapendo che nel calcio spesso sono gli allenatori a pagare per tutti, spesso per colpe altrui. L’allenatore trentino è finito nel mirino per alcune scelte considerate ”troppo conservative” portando Cellino a pensare ad eventuali alternative. Marassi è tappa cruciale per le sorti della panchina delle rondinelle. Una nuova sconfitta potrebbe determinare in cambio che nessuno, ad inizio anno, avrebbe pensato. Purtroppo questo è il calcio, questo è il meccanisimo che si innesca quando le cose non funzionano a dovere. E così attenzione alla prestazione e al risultato di Genova…
Gli scenari:
In caso di un nuovo passo falso Massimo Cellino potrebbe optare per un cambio di guida tecnica. Sulla lista del patron sono numerose le possibilità. Si passa dalla ipotesi LIverani a quella di Bianco passandro per il profilo di Venturato a quello di Cosmi e Vivarini. Nelle ultime ore si parla anche di un contatto con Aquilani. Supposizioni che al momento non fanno che aumentare la tensione attorno alla panchina biancazzurra. Molto, se non tutto, dipenderà dal risultato contro la Sampdoria.
Ma come ha dichiarato lo stesso Maran in occasione della conferenza stampa di presentazione della sfida di Marassi è consapevole dei rischi che un allenatore può correre. Ma il tecnico, navigato, affronterà il tutto a testa alta come sempre sapendo di aver dato il massimo e di essere un fattore per il Brescia. La palla passerà nelle mani di Massimo Cellino.