Viaggiare ti permette di confrontarti con realtà molto differenti dal tuo abitat naturale. L’America e New York probabilmente rappresentano l’esempio lampante della diversità con l’Europa. Stili di vita differenti si mescolano in un contesto fantascentifico di una città dallo stile unico e inconfondibile. Tra i vari tour tiristici alla “Statua della libertà”, “Ellis Island”, la salita sull’ “Empire state building”, sul “Top of the rock” ed il toccante ed emozionante museo di “Ground Zero”non poteva mancare una partita di NBA. Perchè per un amante dello sport è giusto e doveroso confrontare anche la cultura sportiva nuova, diferente dai canoni classici a cui si è abituati.
E così ho fatto andando a vedere la sfida tra i New York Knicks e gli Indiana Pecers. Per la cronaca hanno vinto i padroni di casa 104 a 94 tra l’euforia generale dei 20 mila del Madison Squere Garden.
Già sapere d’entrare al Medison Square Garden, probabilmente uno dei palazzetti più famosi del mondo è stato emozionante. Varcarne le soglie con una facilità disarmente lo ha reso ancor più “strano”. In meno di 5 minuti la sicurezza ha controllato passaporto e green pass oltre ad essere passati attraverso il metal detector.
Il biglietto il “fai da te” infilato con il codice a barre dallo schermo del telefono (niente cartacce) in apposite fessure ha fatto il resto. Scale mobili veloci e scorrevoli mi hanno portato al quarto livello in una delle cattedrali dello sport americano dove una comoda ed accogliente poltrona ti stava aspettando!
Dinnanzi ai tuoi occhi, un vero spettacolo! Un palazzetto enorme, trepidante di passione e voglia di fare festa attraverso lo sport. In tipico stile americano si vedevano bicchieri di coca cola gigante, qualche birra, tanti pop corn e molti hot dog. L’organizzazione dell’evento è maniacale: ogni piano ha più negozi di merchandising della squadra di casa (non 1 come in Italia…), ogni piano aveva almeno quattro postazioni per drink e food. Io? Pop corn, birretta e manona di gomma di rito (avevo annotato l’acquisto ancor prima di partire per l’America).
Lo show, perchè ha questo ho assistito, è iniziato con il riscaldamento delle squadre sul parquet, l’inno nazionale americano suonato con la tromba, i fuoci artificiali alla lettura delle formazioni e l’immancabile maxi schermo a sparare musica, suoni e immagini della squadra di casa.
E poi la partita! Numeri d’alta scuola dei giocatori in campo hanno esaltato il pubblico presente. A colpirmi, oltre alla qualità altissima delle giocate, dei gesti tecnici e dell’atletismo dei cestisti a stelle e strisce è stato il modo di vivere la gara da parte del pubblico presente. La musica non si spegne mai! A tutto volume a gioco fermo, partono gingle particolari accompagnando le azioni di gioco. Tipica è quella che chiama all’urlo il pubblico per aiutare a difendere gridando a squarciagola “Difence!”
Lo show continua con le majorette prima della partita, il lancio di gadget con tanto di musica e spettacoli agli intervalli dei quarti di gioco e le telecamere immancabilmente pronte a pescare i tifosi sugli spalti. E chi è inquadrato impazzisce di gioia!!!!
Al Madison sono state tre ore di puro spettacolo, di un’esperienza indimenticabile che consiglierei a tutti di fare. Vivere in prima persona un evento sportivo americano ti da la dimensione di ciò che solo in parte si percepisce al di là dell’Oceano dalla televisione dove lo sport è davvero spettacolo dentro e fuori dal campo.
Dal nostro inviato Fabio Pettenò