BRESCIA: IL PERCHÈ DELL’ESONERO DI AGLIETTI

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IL PRESIDENTE PUNTA A DARE UNA SCOSSA IN OCCASIONE DELLA SFIDA ALLA CAPOLISTA

Non solo la mancanza di chiarezza tra le parti, chiesta da Aglietti e non ottenuta. Non solo l’assenza dell’allenatore per influenza (Covid?) ad inizio del nuovo anno per alcuni lunghi giorni. Non solo la richeista di intervenire sul mercato da parte dell’allenatore aretino, richiesta prontamente rispedita al mittente da parte del presidente biancazzurro. E non solo la scelta di mettere in campo alcuni giocatori non nelle grazie presidenziali nella sconfitta di Bolzano di domenica. No, a Cellino tutto ciò non è bastato.

A far scattare la molla dell’ennesimo esonero da parte del presidente biancazzurro è stata la volontà di dare l’ennesima scossa all’ambiente. Un gioco perverso che interessa persone e professionisti usati come pedine di una particolare e singolare partita a scacchi.

A Cellino non è piaciuto l’atteggiamento compassato in panchina di Aglietti contro il Sudtirol dove, al contrario, papà Bisoli quasi mangiava l’erba e entrava in campo ad incitare i suoi. A Cellino e a qualche altro membro della dirigenza non è piaciuto come Aglietti si era approcciato alla realtà bresciana.

Ma più di ogni cosa Cellino ha voluto dare l’ennesima sterzata stagionale nella speranza possa raddrizzare la rotta di una nave alla deriva. Questo perchè domenica al Rigamonti arriva il Frosinone primo in classifica e l’ambiente sarà caldo come le fiamme dell’inferno dantesco.

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