Sono già trascorsi 5 anni da quell’8 marzo del 2016, giorno in cui Luigi Corini, per tutti Gino, ci lasciò per sempre. Per oltre 25 anni è stato il timoniere della società biancazzurra. Tra promozioni colme di gioia, retrocessioni dolorose, una girandola di allenatori e giocatori ma soprattutto l’apice del calcio bresciano nella massima serie con l’era di Roberto Baggio e Mazzone, Gino Corioni ha legato indissolubilmente il suo nome a quello della più blasonata società clacistica della nostra provincia.
Presidente amato e odiato, idolatrato e bistrattato, Gino Corioni ha sempre anteposto la sua passione agli affari dimostrando, pur negli errori, di essere un profondo conoscitore della materia “pallone”.
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Dall’Ospitaletto al Bologna arrivando fino al Brescia, alla squadra della sua città con la quale voleva conquistare il mondo. E quasi ci riusciva in quella maledetta doppia finale con il Paris Saint Germain in Intertoto. Nella sua carriera da presidente Corioni ha alzato al cielo la Coppa Anglo Italiana.
5 le promozioni conquistate in Serie A, altrettante le retrocessioni in Serie B. Corioni era un esteta del bel calcio. Non a caso si è sempre innamorato di quei giocatori capaci di infiammare le folle attraverso l’uso del pallone: Roberto Baggio, Gica Hagi, Andrea Pirlo, Pep Guardiola a Brescia ed il magiaro Lajos Detari a Bologna i suoi grandi colpi. Nel mezzo tante intuizioni e tanti giocatori nati e cresciuti nel suo settore giovanile diventati giocatori di livello internazionali.
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