Presentazione ufficiale per il nuovo allenatore del Brescia Davide Dionigi. Concetti semplici, chiari e lineari quelli espressi dal tecnico prossimo al debutto domani in campionato contro la Salernitana.
“Mi calo in una grande realtà. In punta di piedi. Occasione importante dopo anni di gavetta, nelle serie minori e in Serie B. Spero di arrivare nel momento giusto ma indubbiamente difficile. Mi calo nella parte con grande umiltà”
“Questa Serie B è un campionato che ogni anno dimostra di essere un campionato molto difficile. Ci sono squadre che si equivalgono e la qualità fa la differenza. Bisogna affrontarla con lo spirito operaio che rispecchi la voglia di calcio di questa città. Parlo di moralità e spirito. Col tempo, visti gli impegni ravvicinati, voglio far emergere la qualità del gruppo. Sono estremamente convinto che questa squadra ha grandi potenzialità”.
“Ascoli come Brescia? Mi piacerebbe la moralità dei giocatori. Intendo la voglia di dimostrare quello che sono e che valgono. Voglio essere una molla in grado di far scattare qualcosa in loro. Voglio uno spirito di gruppo, lo dice la storia del calcio. È il gruppo che fa la differenza”
“Sensazione di importanza e gratificazione essere stato chiamato al Brescia. Non sono la persona dei proclami e degli slogan. Gli allenatori sono figli dei risultati. Io voglio trasmettere passione”
“Perinetti mi ha chiamato dopo la sconfitta della squadra a Reggio Calabria
Lo conosco dai tempi di Napoli quando era mio direttore. Il giorno dopo ho parlato a lungo con il presidente. Non mi ha chiesto obiettivi. Mi ha colpito la richiesta di poter esprimere il mio calcio. Ho notato in lui la voglia di costruire qualcosa con il gioco”.
“Le difficolta che incontrò? Sono oggettive sul fatto che si gioca ogni tre giorni. Non avrò mai una settimana tipo. Tra positivi e infortuni domani siamo ancora in pochi. Sono uno abituato a sudarmi le cose”
“Creare una empatia sarà fondamentale. L’andare oltre arriverà dal lavoro sul campo. Serve anche la fame della squadra”.
“Paolo Rossi? Non è il ricordo del campione sul campo ma viene prima l’uomo. Da attaccante sono cresciuto nel suo mito. Quando ci lasciano queste persone lasciano un vuoto grande”.
“Cambio modulo? Non stravolgerò molto all’inizio ma sono pronto a portare la mia idea di gioco. Difesa a 3? Non sono un integralista. Metterò a disposizione la mia esperienza in base al gruppo. Ci sono dei principi di gioco e non il modulo”.
“Oltre a Donnarumma e Torregorssa ho altri attaccanti. Per la categoria sono calciatori top. Ma dobbiamo capire cosa siamo adesso. Dobbiamo portarli a condizione. Cercherò di valorizzarli nel migliore dei modi”.
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