Il 2019 del Settore Giovanile del Brescia si è chiuso con la soddisfazione d’essere cresciuti, aver proseguito il percorso di ristrutturazione ideato da Massimo Cellino e consegnato nelle mani del bresciano Christian Botturi un anno e mezzo fa. Un percorso impervio volto alla ricostruzione di un valore ed un sentimento d’appartenenza della provincia con un settore giovanile considerato anni addietro tra i più floridi del panorama italiano. E così vorrebbe ritornare il Brescia Calcio, a giocarsi l’ambito titolo con piazze del calibro di Milan, Inter e Atalanta.
Artefice di questa rinascita, ancora lunga per arrivare alla realizzazione del sogno di Massimo Cellino, c’è Christian Botturi. La sua mission prende spunto quotidianamente dalla volontà del patron cagliaritano e da un gruppo di lavoro carico d’entusiasmo e voglia di fare.
Christian Botturi, se diciamo 2019 qual è la prima cosa che ti viene in mente?
La mole di lavoro che stiamo facendo. Se dovessi fare un bilancio dell’anno appena trascorso direi che il bicchiere è sicuramente mezzo pieno. Da un anno e mezzo a questa parte stiamo giornalmente crescendo, non tanto dal punto di vista dei risultati ma sui principi di gioco, sul recupero della territorialità e delle società affiliate. Lavoriamo quotidianamente per diventare grandi ma sappiamo che i risultati del lavoro si vedranno negli anni.
Botturi,diamo un voto al 2019?
Di voti non me ne do; quelli li lascio dare al presidente! Devo dire che avere un presidente come Massimo Cellino al nostro fianco è davvero un valore aggiunto. Ci sprona a rimanere umili e lavorare con costanza. Se proprio devo dare una valutazione dire che siamo sopra la sufficienza. Quando penso a realtà che negli ultimi anni hanno sempre dato continuità come Milan, Inter e Atalanta siamo certamente indietro.
Il vostro progetto di rinascita e rilancio parte dal basso, giusto?
Assolutamente sì. Il nostro è un progetto a priamide dove dalle fondamenta con l’Accademy guidata da Paolo Migliorati partiamo per crescere e strutturare poi le basi per la creazione di squadre agonistiche fino alla punta che è rappresentata dalla Primavera. In questi primo anno e mezzo abbiamo costruito delle rose importanti, ma c’è molto da lavorare.
Non solo progetti calcistici: il valore del Settore Giovanile si fonda sui principi educativi…
Per il nostro modo di lavorare i principi educativi sono alla base. Vogliamo costruire prima gli uomini e poi i giocatori. Questo è un punto focale dettato da Massimo Cellino. Quest’anno abbiamo volutamente fatto partire il progetto della Scuola Calcio. L’idea è quella di dare a tutti diamo la possibilità di vestire la maglia del Brescia imparando le regole della socialità e dello stare insieme giocando.
Come procede il percorso iniziato un anno e mezzo fa?
Il presidente ci sta dando la possibilità di lavorare al meglio. Definirei il settore giovanile un cantiere aperto. Il 2020, anche sotto il profilo strutturale, sarà un anno importante. Alcune squadre potrebbero andare ad allenarsi a Torbole a contatto con la Prima Squadra. Questo per un giovane giocatore può significare molto nella sua crescita professionale. Allenarsi ed essere a contatto quotidianamente con calciatori professionisti è un valore aggiunto notevole.
Quali obiettivi vi siete posti per il 2020?
Dobbiamo migliorare molo sull’aspetto della territorialità. Dobbiamo migliorare anche l’appeal: il territorio ci deve conoscere meglio. Capita ancora di vedere situazioni nelle quali alcune società scottate dal passato o ancora per campanilismo non ci vedono come punto di riferimento. Con presunzione dico che le altre bandiere del calcio professionistico sventolano nella nostra provincia. Il Settore Giovanile del Brescia è bresciano: stiamo lavorando sotto ogni punto di vista per rendere questo concetto alla portata di tutti.
Eppure i numeri sono dalla vostra parte…
Si ma non sono ancora abbastanza. In provincia abbiamo toccato le 26 società affiliate, abbiamo all’incirca 10 mila tesserati. Siamo molto orgogliosi del progetto “Noi siamo il Brescia”: ogni giorno diventa sempre più grande e importante. Il tutto è volto a portare la brescianità in ogni campo e società della provincia.
Quali aspetti positivi le piacerebbe sottolineare?
Il primo viene dalle convocazioni nelle nazionali giovanili di alcuni nostri tesserati, il secondo dalla possibilità che ci concede il presidente di confrontarci con realtà all’estero. Abbiamo chiuso il 2019 con una trasferta in Cina degli Under 16 e nel 2020 faremo altre esperienze come in Francia, Slovenia, Lussemburgo: merito del presidente Cellino che crede nella crescita del settore giovanile con esperienze fuori dall’Italia.
E Massimo Cellino che giudizio ha dato all’anno del Settore Giovanile?
Cellino non chiede i risultati numerici: qui si parla di prospettive e creazione di un percorso. Il lavoro, è conscio anche il presidente, si evidenziati negli anni. La parola d’ordine è continuità e umiltà. La speranza è che qualche giocatore nella stagione 2020/2021 qualche giocatore possa essere inserito in pianta stabile in Prima Squadra.
I commenti sono chiusi, ma riferimenti e pingbacks sono aperti.