LA MANCANZA DI PROGRAMMAZIONE, MERCATO INESISTENTE E SUPPONENZA ALLA BASE DEL TRACOLLO
Non è colpa di Clotet, Possanzini e Aglietti. E nemmeno di una piazza in fermento. La sola colpa di questa situazione ha un nome e cognome: Massimo Cellino! Il presidente del Brescia è l’unico responsabile di questa caduta negli inferi di una squadra che, ad oggi, è la peggiore del campionato. Finisse domani la stagione saremmo in Serie C. Incredibile solo a pensarlo, fa male a dirlo e pronunciarlo. Ma questa è la realtà dei fatti. Un Brescia in disarmo di fronte a qualsiasi avversario. Nemmeno contro un Benevento in netta difficoltà si vince e si fanno punti. Ma il male è alla base: le colpe sono da ricercare nella mancanza di una progettazione e di una programmazione. Basti guardare alla rosa attuale: quanti giocatori sono rimasti rispetto al gruppo che ha sfiorato la Serie A solo lo scorso anno? I gruppi validi vanno miglirati, non smembrati. Le scommesse, in termini di giocatori, si possono fare ma non in gran numero. A questa squadra manca la qualità tecnica, mancano i leader in grado di aiutare i ragazzi, spronarli e trascinarsli in campo. Al contrario c’è scollatura nel gruppo, c’è mancanza di reazione. Senza parlare del mercato: tralasciando quello estivo nel quale poco si è fatto quello che manca è quello invernale. Errore gravissimo non intervenire inserendo giocatori pronti e sostituendo il partente Moreo. Al contrario acquisti che non giocavano da mesi e non prime scelte. Pensare che la squadra sia forte così è supponenza allo stato puro: non rendersi conto delle difficoltà e schivare le problematiche è autolesionismo. E se nel calderone mettiamo cambi di panchina, di allenatori, di dirigenti, se anche il Settore Giovanile è nel caos c’è solo un colpevole….
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