MANTOVA-BRESCIA: SFIDA IN ”SALSA BRESCIANA”
FESTA TRA DUE TIFOSERIE GEMELLATE, IN CAMPO TANTI EX TRA I VIRGILIANI
Tra le due tifoserie esiste un gemellaggio fantastico a portare a vivere questa partita, tra Mantova e Brescia, come una vera festa dello sport. Salamine e formaggio fuso, vino e salami della casa imbandiranno tavole allestite appena fuori lo stadio Martelli in un connubio di felicità e senso di appartenenza. Così dovrebbe sempre essere ma non è, per cui va gustato il bello del calcio nostrano impreziosito da un gemellaggio sentito da ambo le parti.
Non solo sugli spalti ma anche in campo sarà una sfida in ”salsa bresciana”. In panchina, nei virgiliani, spicca la presenza di Davide Possanzini. 212 partite e 64 gol con la maglia delle rondinelle. Da capitano, ed in coppia con Andrea Caracciolo, trascinò il Brescia di Beppe Iachini alla conquista delle Serie A nella stagione 2009-2010. “Re David” come è stato soprannominato all’ombra del Cidneo ha trascinato lo scorso anno alla promozione il Mantova riportandolo in B dopo 14 lunghi anni.
Al suo fianco il vice Andrea Massolini cresciuto come tecnico nelle giovanili del Brescia. Prima come vice di Gustavo Aragolaza e poi dello stesso Davide Possanzini con il quale ha condiviso la brevissima esperienza sulla panchina della Prima Squadra, solo 2 gare (sconfitta in casa con il Modena 1- e sconfitta in trasferta a Benevento 1-0 prima di essere esonerato da Massimo Cellino).
Tra i pali c’è il Monteclarense Marco Festa, come vice Federico Botti di Desenzano e Luca Sonzogni prodotto del Settore Giovanile biancazzurro. Tra gli ex il difensore italo-francese Sebastian De Maio (124 partite con il Brescia e 5 gol) presente anche lui nell’anno della promozione dalla B alla A con Possanzini. Tra gli altri spicca la presenza dell’attaccante Francesco Galuppini, uno che non ha mai vestito la casacca del Brescia seppur brescianissimo di nascita ma quelle di Feralpisalò e Lumezzane. Con lui anche Tommaso Ruocco, bomber tascabile della Primavera capace di segnare 20 gol in 35 presenze con le baby rondinelle.
Il vero fautore del ”miracolo Mantova” si chiama Christian Botturi. Bresciano doc di origine e di pensiero, il direttore sportivo ha mosso i suoi primi passi in provincia passando dal Botticino al Montichiari facendo nascere la sinergia con l’Inter a Montichiarello. Passato al Brescia Calcio ha saputo valorizzare il settore giovanile, ora di nuovo in difficoltà, portando a compimento il percorso di alcuni giocatori tra i quali Sandro Tonali. Il suo regno in Prima Squadra è durato pochissimo ma tanto è bastato a Pippo Inzaghi per innamorarsi delle sue doti umanetanto da esserne amico anche fuori dal mondo del calcio. La scelta di privarsi di Botturi arrivò da parte di Massimo Cellino preferendo la posizione del direttore sportivo bresciano a quella di Francesco Marroccu rivelatosi un flop clamoroso. Dopo il suo addio al mondo-Brescia Botturi ha portato la Pro Sesto ai playoff di Serie C e in due anni il Mantova a giocarsi il derby con le rondinelle in cadetteria.
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