Il viaggio è il ricordo più nitido di quella finale d’andata. Partenza serale in treno il 6 agosto: giornate febbrili per trovare i biglietti di andata e ritorno del treno. Appuntamento alle 21,30 per la partenza mezzora più tardi: c’è il Maffo, inseparabile compagno di trasferte cestistiche e baskettare, mentre l’amico di sempre Roberto decide di unirsi a noi assieme a Paolo, che diventerà la nostra guida parigina. Un gruppetto ben assortito, con un under 26 (io) che trova una tariffa agevolata. Viaggio notturno in una cabina a quattro brande separato rispetto ai miei soci, dove trovo altre 3 under 26 inglesi nel tipico viaggio interrail: tranquilli, come entro le mie compagne di viaggio diventano silenziose… Non mi resta che provare a dormire cullato dal movimento del treno e dall’adrenalina: sto andando al Parco dei Principi. Sto per vedere il mio Brescia lottare con il Paris Sant Germain. Un sogno che diventa realtà: dalla serie C contro la Carrarese dei primi anni’80 quando sull’album della Panini c’era solo lo scudettino ed una misera foto-squadra, alle porte dell’allora coppa Uefa.
Quasi non ci credo. La sveglia arriva presto, ci si cambia e ci si lava in treno, con il fedele zaino dell’Invicta, altro compagno di mille avventure biancazzurre (o biancoblu, fate voi) a darmi una mano: nike cortez rosse con baffo argentato, jeans, maglia Nr 31 di Esposito, indossata con la Lazio e comprata online su ebay, e via. Nemmeno il tempo di arrivare a Parigi e già la tensione sale: si sveglia qualche bergamasco sul treno e ci si scambia qualche cortesia a parole, con Roberto che sintetizza il tutto con un “ma che se e…. “.
Ok ci siamo capiti: la gare de Lyon è lì che ci aspetta.
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